martedì 23 dicembre 2008

Il Natale presente, passato e futuro

Sono troppo spavaldo? Incosciente? Saggio? Strafottente? Pacato? Rompiballe? Sincero? Arrogante? Forse non mi interessa assolutamente nulla di quello che pensate. E qui sorge la domanda: ma allora perché scrivi su internet? Alla mercè dei commenti di chiunque? Pure del fan sfegatato di ligabue? Chi te lo fa fare? E poi, può essere che t’incazzi o veramente ti scivola via come acqua sull’olio?
Analizziamo una cosa: io ho le mie idee, tu hai le tue. A meno che le tue idee non mi ledano, caso in cui io argomenterei le mie posizioni, non ci dovrebbero essere problemi. Nel caso in cui, al contrario, ci si voglia confrontare con idee differenti, sono il primo a dire parliamone (unica regola: se se ne parla bisogna ascoltare l’altro e non semplicemente dire la propria opinione).
Anche perché uno dei miei motti è una massima di Lao Tse: “Solo gli stolti non cambiano idea”.
Quindi, fatta eccezione (perchè è proprio l'eccezione che conferma la regola) per il lucianone (anche se ultimamente lo sto canticchiando un po’ troppo spesso), sono pronto alla discussione. Ma, parlo per esperienza personale, in pochi sono pronti al confronto. La maggior parte delle persone è pronta solo al monologo.

Piccola parentesi: prima di iniziare una qualsiasi discussione, costruttiva s’intende, ci si dovrebbe mettere d’accordo sul significato delle parole utilizzate. Spesso, per non dire sempre, si creano misunderstanding per il background culturale che c’è dietro ogni individuo e quindi dietro ogni parola, che acquista significati a volte profondamente differenti da persona a persona.

Tornando a noi: il dialogo, il confronto, si diceva. Penso che i motivi per cui pubblico i miei pensieri su internet siano fondamentalmente due: mi piace avere persone che leggono quello che scrivo e mi piace mettermi continuamente alla prova, forse in una sorta di sfida ininterrotta con, quindi, praticamente chiunque. Mi piace argomentare, rispondere agli “affondi” dei visitatori, approfondire alcuni aspetti se i commenti che compaiono me ne danno la possibilità e poi mi piace anche scrivere cose divertenti…
È lapalissiano che io mi esponga in prima linea e, poiché il blog è il mio, ho maggiori possibilità di rispondere ed argomentare certe tematiche (a volte infatti mi dispiace che la maggior parte dei visitatori si fermi alla lettura di un unico post, tralasciando tutte le discussioni che si sono succedute e i post che sono nati di conseguenza a ciò).

Tornando al natale, considerato che il periodo è quello, ribadisco la mia totale estraneità a ciò in cui il consumismo in senso lato può trasformare tale festa. Un nugolo di gente che impazzisce per fare ciò che altri gli hanno detto di fare. Regali (per esempio). Ma facciamoli belli dai, presentiamoli bene così creiamo un valore aggiunto. Per me sono solo stronzate. Se voglio farti un regalo te lo faccio e, che sia presentato con il fiocchetto bello bello o con della carta riciclata perché tanto la strappi e la butti via a me non fa differenza. A voi si? È più bello lo stesso regalo con la carta nuova? La risposta, per me, è semplice: NO. Se devo esprimere un concetto (cosmicamente corretto) e ci metto dentro tre parolacce il concetto perde il suo valore metafisico? NO.
Però, purtroppo, piuttosto e anzichenò, mi rendo conto che questa stupida società nella quale ci troviamo a vivere, proprio perché costruita attorno e per le persone, ci impone una certa dose di regole che, non appena infrante, ti lasciano cadere inesorabilmente nell’oblio dell’impotenza e, spesso, della pazzia. O, addirittura, si è tacciati di cinismo e indifferenza.
E quindi eccomi qui, armato di una pazienza che non mi è propria, a cercare di trovare un compromesso tra quello che mi piacerebbe fare (cioè tutto quello che in ogni singolo momento mi andrebbe di fare) e quello che mi impongono di fare (cioè tutte quelle regole di cui si parlava poco sopra).
Comunque è indubbio: se si cerca di boicottare la società e le sue convinzioni dall’esterno si viene presi per pazzi cinici mentre il metodo giusto per soverchiare un sistema è quello di agire dall’interno mimetizzandosi, nei limiti dell’umana accettabilità, con il gregge.
Mi troverete vestito come luciano a cantare a squarciagola certe notti e happy hour in giro per i locali karaoke…attenti a voi…

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