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lunedì 16 luglio 2012

Sogno o son desto?



Io di solito non ricordo i sogni che faccio. E credo fondamentalmente sia un bene che le ultime due volte ho sognato maremoti e inondazioni. Ma questa le batte tutte.
Ovviamente non scendo nei dettagli del sogno anche perché ne ricordo solo alcuni tratti e alcune persone, non bene identificate, che mi accompagnavano.
Mi trovavo in una dimensione onirica (si, sogno nel sogno) e vagavo da un posto all'altro e la realtà che mi conteneva cambiava in base alle scelte che io o i miei amici viaggiatori facevamo. Si passava da fognature a prati verdi e un passo o una scelta apriva drasticamente e irremediabilmente una nuova realtà, diversa e non sempre piacevole.
Arrivo al dunque. Eravamo ad una stazione della metro dove si accalcavano parecchie persone, ma una mi colpisce perchè comincia a vaneggiare qualcosa sui livelli di sogno e sul fatto che quella poteva essere la realtà o forse era solo ancora un livello inferiore e quindi dovevamo fare un ulteriore salto per tornare alla realtà reale (tipo inception) ma con i miei compagni non lo caghiamo perchè sembra un po' un pazzo. Giriamo e giriamo finchè non si apre un passaggio dove tutti, e dico tutti, si incanalano verso quella luce. Io sto seguendo ma mi fermo perchè trovo un libro dal titolo "Finity is my pain" (c'era anche scritto il nome dell'autore ma non lo ricordo). Mi fermo, lo sfoglio e quando mi giro sono rimasto in fondo alla fila. Non mi convince la massa che se ne va e mi guardo attorno. Il pazzo di prima mi fa cenno di seguirlo e io vado con lui dall'altra parte. Istantaneamente mi sveglio (sul serio).
Il problema è la sensazione che mi ha lasciato questo sogno, che ancora perdura...
Sento che se non lo avessi seguito e mi fossi diretto verso la luce dove andavano tutti non mi sarei mai svegliato.
Devo smettere di bere cocacola la sera.
Sticazzi.

lunedì 1 agosto 2011

Promemoria per i viaggi in autostrada

Incredibilmente ho trovato una serie di vantaggi nella cassa automatica in autostrada...Quindi, in attesa di ordinare il Telepass, vi consiglio di pagare nelle casse automatiche (quelle dove non c'è l'omino, per intenderci...).
I vantaggi:
- non c'è mai nessuno perchè nessuno si fida delle macchinette, e perchè, in effetti, sono un po' scomode
- se buttate dentro tutta la moneta che avete in macchina, monetine piccole incluse, quando vi da il resto vi restituisce la monetona grande!
- se avete pazienza 1 volta su 3 trovate più resto di quello che vi spetta perchè il tipo davanti a voi non ha ravanato bene
A voi la scelta!

domenica 10 aprile 2011

Bentornato Gianni!!


Non c'è niente da dire...sbagliando s'impara sono parole sagge.
Dopo essermi svenato e indebitato parecchio per rimettere in strada il mostro mi sono accorto di che differenza possano fare delle gomme nuove e soprattutto performanti.
Alla prima curva, ancora spaventato dal ricordo dell'ultima caduta, ho dovuto tirar su la moto perchè si era messa a piegare da sola!!!
Le Metzeler sono veramente una favola! Non che io abbia questa esperienza millenaria (chilometrica) di treni di gomme per moto però la differenza si è sentita subito!!!
Quindi: bollata, assicurata, gommata e tra qualche mese revisionata sono rimontato in sella al Gianni.
Dire che il viaggio sia andato bene è veramente riduttivo! Non potevo chiedere di meglio, strada impeccabile, motociclisti cortesi e socievoli, automobilisti in disparte, tempo soleggiato e moto che piegava da sola sono veramente un connubio favoloso!!!!
Da segnalare un biker schiavo della dea piega che mi ha praticamente invaso la corsia mentre sorpassavo una macchina all'interno. Dopo essersi accorto di essere un po' di qua mi ha salutato (non so come abbia fatto) e si è "rimesso in carreggiata".
Anche il viaggio di ritorno, alla volta della benedizione, è stato una favola!
Arrivato in città era una ressa di motociclette, bagno di folla, cartolina intascata e chiacchiere con altri centauri.
Poi la benedizione (quest'anno lo sentita un po' meglio dell'anno scorso) e altro giretto della città.
Alla proposta di andare verso nord per trovare altri motociclisti glisso. Ho già un paio d'ore di strada sulle gambe e preferisco tornarmene a casa.
Anche perchè ci sarebbe un piccolo dettaglio non propriamente trascurabile...ho lasciato l'assicurazione a casa!!!!
Per finire segnalazione sulle gomme: per i fanatici della dea piega i birbanti della Metzeler hanno messo sulla gomma l'indicatore di piega...io mi attesto, dopo questo primo viaggetto, in un medio 3. Mi spaventa immaginare chi riesce a consumare l'elefantino...lo vedete? E' quello dove ci sono praticamente i chiodini di gomma che fuoriescono...

venerdì 4 febbraio 2011

Su di noi nemmeno una nuvola

No no, non me la prenderò con il piccolo Pupo, assiduo gambler e cantante in declino. Tra parentesi può essere che l'abbia visto in TV su pokeritalia24? Mah...
Comunque oggi si parla di musica! E anche di associazioni mentali. Tipo: voi cosa ascoltereste mentre...fate la spesa? O mentre stendete il bucato? E mentre preparate da mangiare?
Provate a pensarci, ascoltare i Pantera mentre fate sesso...succederebbe un patatrac e magari ci scappa un giro al pronto soccorso! Roba del genere va ascoltata mentre si va al lavoro, magari se si è in ritardo, per svegliarsi e per arrivare prima!
Poi c'è la sveglia della mattina, chessò, tipo King Of Convenience o un qualche unplugged se ci si sveglia tranquilli, altrimenti serve qualcosa per svegliarsi fuori, tipo Rage Against The Machine o Soil.
Il venerdì sera di ritorno a casa? System Of A Down o solo Serj! Un viaggio un po' più lungo? Alice In Chains, l'unplugged, i Muse, i Foo Fighters e incredibilmente anche i Chemical Brothers. Per caricarsi prima di una riunione pallosissima? Un po' di funky (ho rispolverato i Freak Power di recente...awesome!) o qualche alternativo tipo Them Crooked Vultures.
Mentre si viaggia per lavoro? Qualcosa di power, tipo Stone Sour, Deftones, Seether o un bel post-hardocore tipo At The Drive-In. Quando in macchina ci sono anche orecchie vergini e non pronte ad ascoltare generi più duri? Qualche canzone soft dei Pearl Jam o di Chris Cornell, o un qualsiasi cd dei Radiohead.
I Tool, non so perchè, ma li associo immediatamente (o perlomeno le canzoni lente e principalmente strumentali) a quando tornavo a casa "da morose". Penso a Disposition per la precisione. Canzoni d'atmosfera? Mogwai, Massive Attack, Porcupine Tree, qualche gruppo dub, i Fistful Of Mercy...la colonna sonora di The Beach credo sia il nonplusultra per conciliare l'atmosfera prima di incontri ravvicinati...
E poi, ogni tanto, qualche momento revival: Skid Row in questo periodo ma anche Van Halen, Jimi Hendrix, Dire Straits, Pink Floyd, Bob Marley, Earth Wind & Fire, Aretha Franklin...
Ecco, questo è indicativamente il mio iPod attualmente...vediamo tra un po' di tempo cosa caricherò...e comunque questo post nasce da questa canzone, tirata fuori da un cassetto nella mia memoria che conteneva un casino di altre cose!!!! Buon ascolto!

mercoledì 17 giugno 2009

La coda

Venerdì sera sorpresona a Lisa, viaggio verso Bibione. Sfondo il muro del suono e del tempo e arrivo a Portogruaro in 2 ore e poco più.
Poi il tracollo. Incidente in A4 direzione Trieste e traffico autostradale dirottato sulla miserastradamonocorsia dove mi trovo anch'io.
Ora non sfondo nessun muro ma mi sfondano la pazienza (per non essere scurrile) e altre due o tre cosette.
Passo la prima mezzora ad osservare il mondo che mi circonda: un cambio guida della macchina di fronte a me (uomo lascia a moglie che parte con freno a mano inserito e macchina muore con risate dei figli), degli scorci kitsch da oscar (e mi pento di non aver con me la macchina fotografica), un cambio guida donna donna (la passeggera che scende dimentica di avere i pantaloncini slacciati e mostra le nudità ai divertiti vicini, me compreso), ecc ecc
La seconda mezzora riorganizzo la macchina: cd tutti dritti e nelle loro custodie, telefonate e sms a gente che non senti da una vita, scendo e mi sgranchisco un po' le gambe...
La terza mezzora scrivo quello che state leggendo e altri appunti personali...
La quarta mezzora comincio ad ipotizzare la causa di tutta quella coda:
incidente (come poi si è rivelato essere),
idiozia (vi è mai capitato di essere in coda e una volta fuori non capire il motivo dell'attesa?),
troppe rotonde nel progetto rotonde locale?
un semaforo che intelligente non è?
vigili molto zelanti solo con le macchine nell'altro senso?

Ma soprattutto ho fatto una cosa...ho maledetto di non essere sceso in moto...

giovedì 16 aprile 2009

Il saluto del motociclista


Chi guida una Punto non saluta mai. Chi guida una Panda non saluta mai. Si incrociano due conducenti di BMW? Un piccolo cenno, forse un'alzata di sopracciglia. Più espansivi i conducenti delle carrette d’epoca: 2CV, Maggiolini, 500 (quella vera). Si vedono anche TIR con una manina di plastica attaccata al parabrezza con una ventosa, dondolante di qua e di là. Comunque: chi sente di far parte di una elite, saluta i confratelli.

La più elevata cultura del saluto, però, si è sviluppata tra i motociclisti. Le origini di ciò affondano le radici in un passato remotissimo, in un’epoca in cui i motociclisti erano rarissimi, le strade poco e male asfaltate. Addirittura i distributori, vere oasi dell’era moderna, non esistevano affatto. Solo tipi veramente tosti potevano affrontare un viaggio a quei tempi ed ecco che, incontrandosi e riconoscendosi adepti della stessa fede, ci si mostrava la mano aperta, ad indicare che non si brandivano armi, che l’incontro era con un confratello. Da qui il Saluto del Motociclista, orgoglioso e reciproco obbligo di cortesia e di fratellanza.

Il saluto segnala che si rileva con piacere l'approssimarsi di un amico, proveniente in senso opposto. Per salutare si solleva la mano sinistra, al massimo, fino al livello della spalla, estendendo almeno due dita della mano stessa. Salutare con la destra non si fa: quella è deputata a tenere l’acceleratore. In caso di necessità (ad esempio, se si sta usando la frizione) è consentito ricambiare con un visibile cenno del capo, nel piano verticale.

Il saluto è riconosciuto e ricambiato praticamente in tutto il Mondo, ma con varianti. È comune sentir raccontare il senso di irritazione e delusione che soffrono i motociclisti di madrelingua germanica, valicando le Alpi: “A sud di Salorno, tutti maleducati e snob!”. Spiegazione: il Saluto all'Italiana! cioè un lieve sollevamento dell’indice sinistro, irrilevabile da un occhio non abituato, mentre la mano continua a trafficare con le manopole e lo sguardo è ostinatamente rivolto lontano, in avanti. Questo è quindi solo un malinteso che, peraltro, ha generato la favola dell'arroganza e scortesia dei motociclisti italiani: è invece una buona occasione per apprendere usi e costumi stranieri... ma è anche vero che in area germanofona (e soprattutto nella Confederazione) il minimale Saluto all'Italiana è praticato solo da affetti da inguaribile snobismo (vedi sopra…).

Varianti mediterranee sono il saluto alla Greca, sollevando il solo gomito, e quello alla Spagnola, simile ad un ampio gesto di benedizione. In Francia, è nato l’uso di salutare il sorpassato estendendo la gamba destra, il che consente anche di non distogliersi dalla manipolazione di gas, freno, frizione e passeggera. Francesi e Spagnoli usano anche il lampeggio con l'abbagliante (“lamps”). Se siamo in Italia, frenetici lampeggi segnalano invece appostamenti di Confratelli con Divisa e Paletta…

Per i più abili (e praticabile solo da iniziati) c’è il cosiddetto “Klok”, visibile in tutta l’Europa orientale e nei paesi lingua tedesca (dove si chiama Abklatschen): il braccio sinistro viene esteso orizzontalmente, perpendicolarmente al senso di marcia mentre l'altro motociclista fa lo stesso, fino a che le due mani guantate si scontrano col caratteristico rumore: “Klok!”. Ovviamente, va usato solo da chi ne padroneggia la tecnica: errate valutazioni di velocità e distanza reciproche, o un'eccessiva lentezza nel ritirare la mano, possono portare a conseguenze catastrofiche. In Gran Bretagna non si usa, per l’ovvia difficoltà di “klokkare” con la mano che deve impugnare la manopola del gas. Tra le brume britanniche, qualcuno sta adottando l’uso francese del saluto col piede.

È scorretto agitare il braccio teso su e giù: ciò non rappresenta un saluto cordiale e segnala piuttosto olio sulla carreggiata, ghiaia, erba, letame, etc.

Per motivi di tecnica di guida, è problematico salutare chi si sta sorpassando. La mano sinistra non è visibile dal sorpassato e far spuntare una mano da sotto l'ascella destra può essere facilmente frainteso dagli altri utenti della strada, che immagineranno piuttosto un attacco di vespe, o si convinceranno che il motociclista è preda di crampi. Meglio adottare il saluto podalico.

L’obbligo di Saluto è rigidamente regolato, tanto da causare inquietudini nel neofita, circondato da prescrizioni di ogni tipo. La più nota e diffusa, la Regola Numero Uno, recita: mai, mai MAI salutare chi è alla guida di Qualcosa Che Non È Una Moto, intendendo con ciò Motorini, Cinquantini, Schizzetti, Pernacchiette, cioè, tutto ciò che è sotto i 125 cc di cilindrata; inoltre, gli “spùter” (scooter, cioè) di qualsiasi cubatura ed i “veicoli aventi più di una traccia al suolo” (esoterica definizione dei motocarri data dal Codice della Strada – ma è ammesso salutare i Sidecar). Come e se adeguarsi ai Segni dei Tempi, ad esempio alzando il limite minimo della cilindrata degna di saluto, è attualmente oggetto di accesa discussione.

In ogni caso, chi salutasse, incontrando esponenti di queste categorie, perderà la faccia e dimostrerà anche scarsissima autostima. E poiché se visti dal davanti (specie per il neofita), tutti i mezzi si assomigliano, questo divieto rischia di causare qualche perplessità. Ed è un serio problema l'estetica dei moderni Maxiscooter che, se visti dal davanti, possono ingannare anche un occhio esperto e l'errore si rivela tale solo ad incrocio avvenuto.

Ecco il dilemma, quasi insolubile: infrangere la Regola Numero Uno è un rischio da evitare ad ogni costo, non salutare chi ne ha diritto dà subito la patente di Arrogante ed Antisociale, salutare chi non lo merita è una dichiarazione di tontaggine e suicida inesperienza. Cercare di evitare ed anticipare problemi, concentrandosi sul censimento del traffico che viene incontro, porta con sé il rischio di non vedere la prossima curva e fare presto conoscenza con platani e guardrail (che nemmeno loro, tra l'altro, salutano). Non s’intravede alcuna soluzione nel breve periodo, anche perché Governo ed Industria Aerospaziale rifiutano di diffondere tra i Motociclisti quei sistemi detti “Friend-or-Foe” (Amico o nemico) di identificazione elettronica in uso nel traffico aereo, che pure è molto meno intenso, del resto.

È ammessa un'eccezione incontrando le Moto d'Epoca. Le moto d'epoca, specie se di marche sconosciute ai “bagnarolari” (o “inscatolati”, cioè quelli con quattro ruote) sono omaggiate con ammirazione e rispetto, indipendentemente dalla cubatura. Le Oldtimer sono frequentemente montate da centauri attempati ed appropriatamente bardati, i cosiddetti (ma con affetto) “Ferrivecchi”, appellativo attribuito sia ai conduttori che alle cavalcature: a costoro si deve rispetto. Incrociando un Ferrovecchio è meglio aspettare che sia lui a salutare e ricambiare il saluto con riconoscente commozione. Molti Ferrivecchi, tra aprile e ottobre, non salutano, poiché, spesso sono anche degli “Ognitempo”.

Questa degli Ognitempo è una categoria dello spirito, uno stile di vita: la qualifica è data dalla costanza nell’uso della moto, ignorando ed anzi sfidando stagioni ed elementi. Questi sono Uomini Veri che disapprovano le mollezze della vita comoda in nome della Superiore Passione ed hanno come unica debolezza l’ostentare disprezzo verso gli altri, le “Pappemolli”. Gli Ognitempo salutano solo altri Ognitempo, gli altri vengono platealmente ignorati. Se si incontrano due Ognitempo, la gioia è grande; ci si ferma, ci si abbraccia, si costruisce un igloo, o quanto meno, si accende un fuoco di bivacco per consumare un paio di birre e un paio d'ore in amichevole colloquio.

Le Pappemolli si ritrovano in aprile davanti alle assicurazioni per i rinnovi ed alle officine, dove tentare di rimettere in strada le moto conservate in naftalina per l'inverno. Gli Ognitempo passano sprezzanti, consci di essere minoranza e, passato aprile, non salutano più nessuno: un Ognitempo non rischia di salutare un Pappamolle.

Per conseguenza, visto che è così complicato, il principiante non dovrebbe mai aver fretta di salutare chicchessia di propria iniziativa.

Del tutto sregolato è il saluto autostradale. Nessuno è in grado di stabilire se un saluto sarà correttamente ricevuto o ricambiato attraverso sei corsie ed uno spartitraffico. Foriero di problemi tecnici sarebbe anche salutare colui che si sta sorpassando: il saluto classico, con la sinistra, non può essere visto dal sorpassato se non è uno sbracciamento plateale, problematico in autostrada, mentre salutare con la destra, comportando l'abbandono della manopola del gas, potrebbe avere esiti fatali durante un sorpasso. Dunque ? Nessuna risposta, per ora ma, alla fine, il saluto in autostrada è cosa recente come le autostrade stesse e non ha ancora tradizioni cui appoggiarsi.

È anche ammesso non salutare: quando si incontrano Agenti Motociclisti, che non gradiscono che si tenga il manubrio con una sola mano, neppure per un solo istante, o quando si passa accanto a chi è stato fermato dalle guardie stesse.

Si ritiene conveniente regolarsi allo stesso modo sugli itinerari intensamente frequentati nei fine settimana, dove il traffico motociclistico è così intenso che, alla fine, si saluta assai poco, anche perché sarebbe oltremodo disagevole dover coprire, in media, un centinaio di km guidando come degli amputati.

Inoltre, è meglio non salutare i Supersportivi, per non distrarli con un banale saluto, mentre sono ginocchio a terra, intenti a compiere i loro atti di devozione verso la Dea Piega. Basta osservare le reazioni di uno qualsiasi degli adepti della setta: convinto com’è di essere in Pista, penserà che il gesto di un altro motociclista proveniente in senso opposto non possa avere altro significato che avvertirlo del fatto che sta girando contromano, magari avendo smarrito l'orientamento dopo l'ultima caduta. Quindi si fermerà, per invertire il senso di marcia; incontrando poi un nuovo motociclista che lo saluta, penserà che ORA sta andando contromano; allora si rifermerà e ripartirà in senso inverso. Così percorrerà avanti e indietro lo stesso tratto di strada, finché avrà ancora un po’ di benzina o fino a quando, sopraggiunta l'oscurità, non più distratto da saluti che, al buio, non vede, prenderà la via di casa… sempre se, dopo l'ultima virata, si sia casualmente orientato nella direzione giusta. L'aumento dei romani immigrati in Emilia-Romagna non deve essere estraneo a questo fatto.

Non si usa salutare i piloti di BMW. Costoro sono notori ed arroganti Snob, che non salutano e non ricambiano. Leggenda vuole che (comunque esclusivamente tra loro) essi si scambino iniziatici inarcamenti di sopracciglia, senza peraltro sollevare la visiera dell'Apribile.

Per spirito di carità, poi, non si dovrebbe mai salutare il guidatore che incontriamo semisdraiato su di un chopper HD. Poiché questi non ha a disposizione il contagiri, si troverà del tutto impreparato a valutare se si trova al di sotto del regime critico e decidere quindi se possa interrompere le funzioni di silent-block svolte dalle proprie braccia e salutare. Infatti, ricambiando d’istinto il gesto di saluto mentre il motore è ad alto regime, rischierà di perdere la metà sinistra del manubrio, fratturato per fatica del metallo, sottoposto a treni di vibrazioni, tipo lavatrice in centrifuga. Difficilmente si sarà portato in viaggio un manubrio di ricambio, oggetto difficile da conservare sotto la sella, e quindi dovrà fermarsi ovunque si trova. Questo è il vero motivo che fa vedere tante HD in sosta lungo le strade. Tra l'altro, chi passa, se non si riconosce la vera natura dell’accaduto, si lascerà andare a maligne elucubrazioni sulla causa di quelle soste, alimentando la leggenda dell'eccessivo consumo di birra da parte dei Biker.

Per finire, un invito: non esageriamo e conserviamo una salda impugnatura del manubrio. La moto non è un'auto che, condotta con una sola mano prosegue correttamente; il motociclista che insista in questa tecnica, prima o dopo andrà a baciare l'asfalto, specie nel traffico, o in piena piega, o nel corso di una “tirata”. Se anche fosse indice di alta tecnica di guida, il saluto in queste condizioni rischia di diventare il suo oscuro fratello maggiore: il cosiddetto Estremo Saluto.

Fonte [http://www.motoclub-tingavert.it/]

venerdì 6 marzo 2009

Lost Baggage. Train Station


Da tempo nutrivo la voglia di viaggiare in treno. Forse perchè legato ad un ricordo che avevo nella memoria. Del viaggio.
Come occasione di riflessione ma soprattutto per vedere al tre realtà e confrontarsi con esse. Piccoli pezzi di mondo che viaggiano verso mete non troppo definite o forse troppo precise.
Umanità a confronto, accomunate dallo stesso tragitto ma diametralmente opposte per obiettivi, o forse no...
Stazioni come luoghi di partenza, arrivo e sosta, come punto d'incontro, di ritrovo o di separazione.
l'attesa febbricitante dell'arrivo del treno che riporta a casa il nonno o l'amato, le lacrime che rigano i volti di due innamorati che si separano o gli abbracci di due amanti che si reincontrano...ma soprattutto il viaggio, prescindendo da dove si parte e dove si arriva, il viaggio come percorso, la mente che viaggia avanti ed indietro nel tempo, ripercorrendo scelte e ipotizzando scenari, libera.
Ecco cos'è il viaggio, la libertà, la scelta, la possibilità, l'apertura verso nuovi orizzonti, nuove mete.
Un viaggio che può essere verso l'ignoto, verso il conoscere, ma anche verso il noto, verso il RIconoscere alcune cose di sé stessi che spesso celiamo dietro comportamenti che non ci sono propri.
E, spesso, il viaggio verso ciò che si conosce, o si crede di conoscere, noi stessi, è il viaggio più difficile e tormentato, ma anche quello che ti apre nuovi orizzonti sconfinati.
Sono partito. Sono in viaggio. Sono a casa. Sono.

venerdì 2 gennaio 2009

D come Deficiente

Spiegami perché e soprattutto in base a cosa, un deficiente sceglie di immettersi in una strada senza mettere alcun tipo di freccia e soprattutto tagliandomi la strada…
Se mi tagli la strada, almeno accelera che così non mi costringi a frenare…se invece ti immetti con largo anticipo, perché freni due metri dopo per svoltare di nuovo? Non potevi aspettare che io passassi, considerato soprattutto che dietro di me non c’era nessuno? Quando ad uno stop trovi scritto stop, perché non ti chiedi cosa significa? Secondo me, considerato che è un segnale diverso da quello di precedenza, forse anche l’azione della tua macchina dovrebbe essere diversa. Per esempio potresti fermarti!
E comunque, soprattutto nelle strade a scorrimento veloce, il fatto che tu metta la freccia per superare il camion di turno non significa che tu possa uscire dalla corsia come automan, tagliandomi la strada e facendomi inchiodare (con brividi per i passeggeri). Quando invece esci per sorpassare con tutti i crismi e superi due camion e il terzo è davanti a te di 4 km, potresti anche occupare la corsia di destra più libera e lasciare il passo a chi va un po’ più veloce di 100 km/h, che dici? Soprattutto se chi vorrebbe passare è stato così cortese da segnalarti la sua decisione con una freccia accesa…a proposito delle corsie…ma chi diavolo ti ha insegnato che stare in mezzo all’autostrada è meglio? Se scrivono occupare la corsia libera più a destra ci sarà un motivo no?
È domenica? Giri in macchina con il cappello in testa e le tendine parasole sul lunotto posteriore? Ma perché non ci ripensi? Un bel giro in bici o a piedi che è salutare! Poi magari vendi la macchina così con i soldi fai un bel giro intorno al mondo per rilassarti! E soprattutto ti togli dalle strade!!!

Tutte queste cose non hanno piena validità se invece che essere in macchina sono in moto. Lì fate pure quello che volete, tanto faccio pure io quello che voglio...

Se sono in bici io fermatevi, ho sempre la precedenza…e se sono a piedi guai, acquisisco automaticamente tutte le precedenze, quindi vi conviene fermarvi se volete evitare guai…

venerdì 12 settembre 2008

Lacio Drom

Le informazioni di questo post sono due: la prima.
Siamo entrati ufficialmente in casa, non ci sono le porte e il bagno è separato dal resto della casa con una capulana, la caldaia è collegata con una spina volante e i lampadari sono delle lampadine penzolanti, la TV ancora non c’è (e questo forse è una fortuna), ancora nessuna traccia di armadio, tavolo, battiscopa e sedie, il letto è un materasso per terra, il water e il bidet sono fissati solo sotto e non dietro, la doccia si deve fare utilizzando come asta doccia il proprio braccio, il lavabo non c’è e neppure il mobiletto, la seconda stanza è ancora un magazzino per tutti gli attrezzi, la cappa della cucina è fissata con lo sputo, le luci della cucna non vanno…e ne avrei pure da aggiungere qualcuna…ma la soddisfazione di entrare (dimenticavo che anche la porta d’ingresso ha la serratura normale completamente divelta dalle martellate degli artigiani…per fortuna la blindata funziona) in una casa propria dove ogni sera si può costruire un pezzo di serenità è impareggiabile! Mentre montavo il coprisedile del water quasi piangevo pensando che da lì in avanti sarei stato comodo nel momento del bisogno!!!
Seconda informazione. Le vacanze: finalmente, dopo un’estate dedita ai lavori forzati (sia a casa che al lavoro, fatta eccezione per la settimana di ferragosto dove biggest brain era la mia droga) il meritato riposo arriva! La vacanza è il pacchetto regalo all inclusive. Dove ti segnano con un braccialetto colorato che ti devi tenere per sempre che riesco a digerire solo perché grazie a lui posso bere quello che voglio senza chiedere nulla a nessuno. Non sono le nostre vacanze ideali ma quest’anno erano proprio necessarie.
Quindi, miei cari ed inesperti padawan, un caro saluto al mio ritorno, quando sarà ormai inverno inoltrato!!!

(aggiungerò un paio di foto al mio ritorno)

sabato 10 maggio 2008

Miraggi d'Africa


Il mio mal d'Africa dovrà aspettare, la mia voglia di conoscenza dovrà attendere...la prima missione esplorativa si è conclusa la scorsa settimana, il mio capo è tornato con notizie non buone, né per il progetto né per me...
Le persone che avrebbero dovuto costruire la scuola non ci sono, il capo cantiere non esiste, i materiali non ci sono...immaginatevi il deserto e provate a pensare di dover costruire una scuola...ecco cosa si è presentato agli occhi dei membri della missione esplorativa...
E cosa potrei far mai io? Dirigere i lavori di chi non c'è? Organizzare un cantiere che non esiste? Procurare del materiale per poi farne che? NO, purtroppo per me lì è necessaria una persona che abbia già vissuto esperienze del genere e che possa insegnare agli abitanti a costruire qualcosa...e quindi difficilmente ci sarà per me possibilità di andare e soprattutto di essere d’aiuto.
Peccato. Per fortuna che c’è il Brasile…ma questa è un’altra storia…

giovedì 31 gennaio 2008

SONO UN RAGAZZO FORTUNATO


Perché mi hanno regalato un sogno. Si chiama viaggiare. Grazie mamma, adesso non ti odio più perché quando avevo 15 anni mi hai mandato in Inghilterra, quando ancora non sapevo una parola di inglese.
Quell’esperienza dura ma positiva ha risvegliato in me l’animo on the road che mi ha fatto girare un po’ il mondo e che mi ha aperto nuovi orizzonti e allargato i confini…
Sempre per fortuna sono capitato in un posto di lavoro dove il mio capo non guarda solo il cash ma soprattutto l’obiettivo finale e l’aspetto umano dei progetti.
Me ne vado nel Sahara! Occidentale per la precisione, a costruire una scuola in argilla cruda per il popolo dei Saharawi.
Si tratterà di circa 4 missioni di un mesetto l’una (ci si mette solo una settimana per il viaggio) dove dovrò fare il direttore dei lavori…tra parentesi faccio fatica a farlo in italiano, figuriamoci in un’altra lingua…
Sono abbastanza emozionato e forse anche un po’ spaventato, ma il viaggio e l’esperienza che si acquistano con un’esperienza del genere sta anche in questo…se tutto va per il verso giusto partirei verso metà aprile per tornare i primi di maggio…e sinceramente non vedo l’ora!!!
Una domanda sorge spontanea: ma i dromedari quante gobbe hanno?