venerdì 29 agosto 2008

IL colloquio



Liberamente tratto da una lettera privata: un giovane ingegnere risponde ad un annuncio sul giornale e si presenta per un colloquio all’azienda CCC (la Città Che Conta)…ogni nome, cosa, luogo o persona è puramente casuale e non può essere collegato a fatti, persone, luoghi e cose realmente esistenti o accaduti. Tipo l'immagine...non c'entra nulla ma fa il suo effetto...

"Ciao amici!
Come sapete sono reduce dal colloquio alla CCC. Si, esatto, la televisione. Cosa volevano da me? In realtà non lo sapevo prima ed in realtà non lo so neanche adesso. Quello che so è che cercavano un ingegnere informatico ed ho risposto all'annuncio.
Ma adesso una breve cronistoria. Avevo appuntamento alle 14.30 con tale dott. Lup Mannar. Alle 14.25 ero in via del Quaglione 69, settantaseiesimo ed ultimo piano. Apro la porta taglia fuoco che divide il giroscala dagli uffici e, chi trovo ad attendermi? praticamente nessuno! L'unica scrivania che vedo d'avanti all'ingresso è vuota, neanche un f_o_t_t_u_t_o cartello con su scritto "Torno subito", niente. Decido di addentrarmi lungo il il corridoio e lì intravedo un omino dietro una scrivania in cristallo, seduto su una poltrona di pelle nera, probabilmente umana. Penso: "E' proprio vero, il mondo della televisione è pieno di gay!". L'omino in questione era il direttore commerciale di CCC. Era lì che splendeva nel suo vestito elegante sbriluccicante, i suoi capelli ingellati ed il suo faccino super lampadato. Mi presento e gli dico chi sto cercando. Lui con fare marcatamente effeminato mi risponde, "certo, il dott. Lup Mannar la sta aspettando, ma.... in questo momento non c'è". E dove c_a_z_z_o è? Ma soprattutto dove mi sta aspettando?
Il dott. Lup Mannar si presenta alle 14.40. Vabbè, poco male, succede sempre di aspettare un po'. Mi stringe la mano e mi invita ad accomodarmi nel suo ufficio. Entro dietro di lui (ho preferito rimanere dietro dato l'ambiente!) in una stanza grande praticamente quanto tutte le nostre case messe insieme, giardino compreso. Al centro della stanza un'unica enorme scrivania. Entrando non posso fare a meno di notare il cartellino sulla porta. dott. Lup Mannar, Presidente Generale. Il presidente generale mi vuole parlare? C_a_z_z_o, allora si fa sul serio! Stiamo per sederci tutti e due quando da una porta in fondo all'ufficio vedo spuntare una persona che poi ho riconosciuto come la sua segretaria personale. Domanda per i maschietti, secondo voi com'è la segretaria di un Presidente Generale? Ecco, lei è un c_e_s_s_o. Un ominide più largo che alto e che si crede anche figa. Quando l'ho vista ho pensato di aver fatto bene a seguirlo entrando in stanza anziché a precederlo, evidentemente anche lui era gay! I due iniziano a parlare, come se io non ci fossi. Si dicono cose a me incomprensibili, parlano di pubblicità, fasce orarie, tariffe... Ed io? Li, fermo su quella sedia che, per carità, comoda lo era, ma che palle! Non è arrivato uno "scusa un attimo che finiamo", un "mi dispiace ma è una cosa urgente", niente. Ho anche rischiato di addormentarmi.
La tipa ci ha lasciati solo alle 15.10, allora è iniziato il mio colloquio. "Francesco Petrucci!" mi chiama lui ad alta voce, "Presente!" rispondo io simpaticamente. A quel punto lui ha iniziato a leggere il mio curriculum, cosa che non aveva fatto prima. Ogni tanto leggendo pronunciava qualche parola a voce alta facendo finta di capirci qualcosa. E' successo soprattutto con quelle due o tre parole in inglese scritte nel mio CV che lui pronunciava in una lingua molto più simile al sanscrito antico che all'inglese. "Ahhhh, vedo che sei stato Socrate!". "Scusi?", rispondo io. "Si, vedo che sei andato a studiare in Francia!". "Si" rispondo io, "ho fatto il progetto Socrate(s)/Erasmus in Francia".
Alla fine della lettura finalmente la domanda. "Tu ne capisci di digitale terrestre?". "Beh, si, so cos'è, conosco la teoria perché l'ho studiata all'università ma non c'ho mai lavorato....". "Ed hai mai fatto siti web per qualcuno?". "No, mai. Veramente il lavoro consiste in.....". "Vabbè vabbè, lasciamo perdere...".
Dopo alcuni secondi di silenzio azzardo la domanda. "Scusi, ma voi che tipo di figura state cercando?". "Noi cerchiamo un programmatore!".
E CHE C_A_Z_Z_O VUOL DIRE UN PROGRAMMATORE???? IN QUALE LINGUAGGIO???? E' COME DIRE CHE CERCHI UN INTERPRETE SENZA SAPERE CHE LINGUE DEVE CONOSCERE, C_O_G_L_I_O_N_E!
Non ho osato dirglielo, ma avrei voluto. Mi sono limitato a dirgli: "Si ma, per quale linguaggio di programmazione?" e lui "Booo, per fare siti web". A quel punto ho capito che stavo parlando con un vero ed autentico C_O_G_L_I_O_N_E. "Tu non hai mai fatto siti web, vero?". "No, non c'è neanche scritto sul curriculum!" Mi sono permesso una lieve vena polemica. Giusto quel tot solo per fargli capire che, se avesse letto prima il mio CV magari adesso potevo essere altrove. Stesso discorso per l'annuncio di lavoro, che c_a_z_z_o scrivi che cerchi un ingegnere informatico se poi vuoi uno che ti faccia il sito web? O anche, se non sei in grado di occuparti della selezione, perché non lo fai fare a qualcun'altro?
Il colloquio si è concluso, esattamente dopo cinque minuti dal suo inizio con io che mi toglievo una delle mie più grandi soddisfazioni, l'ho salutato dicendogli: "evidentemente non sono quello che state cercando". C_a_z_z_o, per una volta sono io a dirlo!
Torno con le pive nel sacco amici, ma sono fiducioso, il prossimo andrà meglio."

domenica 24 agosto 2008

Non c'è due senza tre

Eccoci all’ultimo, ma solo in termini temporali (last but not least – non c’entra a pieno ma secondo me un po’ di inglese serve in questo blog - ), matrimonio dell’estate 2008.
Questo era un po’ più speciale perché oltre al rito del matrimonio i due piccioncini hanno unito anche il battesimo del loro fantastico bimbo! Ma veniamo ai fatti: il weekend comincia nel peggiore dei modi: un venerdì incolonnato per raggiungere la moglie a casa dei parenti dopo una settimana di lontananza. Dopo un viaggio estenuante, per fortuna condito con giuste dosi di Slipknot, Incubus e Tool (se non conoscete nessuno di questi gruppi vuol dire che ligabue un po’ vi piace, e non dovreste leggere il mio blog) arrivo nella CCC. Sabato votato allo scazzo ma impossibilitato per nubifragio in atto con grandine annessa.
La sera cena con parents e domenica mattina levataccia per raggiungere la location del matrimonio in tempo. Viaggio di merda, lungo, caldo e tra incidenti vari e beoti che tornano dalle ferie ad andatura cammello afghano disidratato ci mettiamo una vita. Stop and go per cambio vestiti e ascelle e poi verso i monti!
Il viaggio, con il navigatore umano (la macchina di fronte a noi) è perfetto, siamo in orario e chiediamo gentilmente ad una signora il permesso di parcheggiarle sulla sedia a dondolo (la casa è attaccata alla chiesa). Permesso accordato! Gli sposi ci truffano lasciando la loro macchina addobbata da sposi alla guida di un beffardo complice e giungendo alle spalle della folla, distratta dal falso arrivo (geniale). Poi passano dieci lunghi minuti (hanno dovuto parcheggiare molto più in là…) e finalmente arrivano! Sono tutti e tre bellissimi, il dettaglio rosso su ognuno di loro è ciò che rende il trio perfetto. Veramente splendidi (ma potete valutarlo anche voi, la foto c’è). La chiesa è piccola ma accogliente, noi si va sul soppalco e ci accaparriamo una vista invidiabile!
La cerimonia dura 90’ + due tempi supplementari (citazione tratta liberamente da Ceyc)…eterna…per fortuna riusciamo a distrarci commentando il parroco…uomo d’altri tempi, quando le risposte alle domande retoriche non erano proprio scontate!!! Topica la spiegazione sul significato di girasole commentando gli addobbi floreali della chiesa: “Cosa vuol dire girasole? Gira…Sole…che gira attorno al…gira intorno al? Sole!” (eh certo, il girasole prende lo shuttle e fa un giro intorno al sole…ndc).
Anche la pronuncia (pregate insieme a me dişşepoli – tutti insieme fratêli e sorelë) ricorda momenti di catechismo ormai sotterrati sotto una coltre di parolacce e sigarette e tutto quel periodo buio che è l’adolescenza…ma torniamo agli sposi…
La cerimonia è semplice e gli sposi sono emozionati al punto giusto e il battesimo finale da quel pizzico in più ad una giornata così speciale!
Finita la messa e fatte le dovute congratulazioni a degli sposi che sembrava non credessero a quello che era successo, quasi intontiti dalla felicità e che si cercavano stringendo e baciando persone che si accalcavano dinnanzi, tutti alla casa dello sposo per il banchetto (tra parentesi io e consorte non avevamo neppure pranzato)!
L’atmosfera è bucolica, verde ovunque…piante, arbusti, alberi, ramoscelli, erba, foglie…sembrava una serra! E in mezzo, tra un arbusto e l’altro, i tavoli per gli invitati. C’erano pure tante, forse troppe, rose spinose e laceranti…ma questa è un’altra storia…comincia l’arrembaggio al cibo (la fame è forte) fino all’apoteosi carne alla piastra gentilmente cucinata da dei cuochi sopraffini (mi dispiace aver rifiutato il secondo giro ma ero proprio alla frutta) e tutto condito da dell’ottimo vino…
In un anfratto vicino al tavolo dove ci eravamo piazzati, scopro con gioia e trasporto ciò che mi avrebbe tenuto legato a sé per tutta la serata: china in un angolo, con delle foglie sopra, lasciata un po’ a sé stessa, ignorata perfino da alcuni stava lei, la chaise long da polleggio totale! Mi ci piazzo sopra, con la mia birretta e le mie cicchette, e mi alzo solo nei momenti di bisogno (spegnere la cicca, riempire il bicchiere, osservare con sommo divertimento i giochi preparati per gli sposi, ecc.).
Badate bene, per alzarsi intendo dire posizionare la sedia in posizione eretta, mai e poi mai sarei riuscito (d’altronde non l’ho fatto) ad alzarmi e lasciare Chaise da sola (la stanchezza ormai accumulata sin da fine maggio me l’ha fatta addirittura umanizzare…).
La serata continua con dei momenti indimenticabili di pura musica, allietati e spronati al canto da due menestrelli d’eccezione (e che per fortuna sono stati così cortesi da non cantare l’abominevole cantante sfigato, che avendo già nominato una volta in un unico post non posso più citare).
Gli sposi, come tutti i matrimoni del resto, si sono divisi tra parenti e amici tutti e noi abbiamo avuto la fortuna di avere lo sposo come cantante di una nota canzone spagnola eseguita con molto trasporto e sentimento dal novel coniuge! Ottima interpretazione!
Ultima nota per questo post sono stati i saluti finali. Nel mentre che ci accingevamo all’uscita trovo mamma papà e parenti alle prese con il piccolo che, frastornato dalla moltitudine di persone, si ritrova nervoso e un po’ affaticato, non riuscendo a trovare ristoro in un sonno profondo.
Mi siedo accanto alla mamma, lo guardo nella sua innocenza e nelle sue tribolazioni di bambino finché non trova un po’ di pace e di serenità, guardandomi insistentemente e diventando tutto rosso. Alché, un po’ spaventato, chiedo lumi e scopro che un po’ del nervoso era dovuto ad un piccolo problema intestinale…che fa molto schifo per i grandi ma per i piccini è divertente osservarli ed inoltre, come scopro proprio dal babbo: “la cacca dei bambini è santa!”.
Auguri e buon viaggio!

venerdì 22 agosto 2008

Il cavaliere oscuro


Ecco. Era ora. Finalmente un film fantastico, ed il fatto che fosse ancora nei cinema e che la sala fosse piena dopo più di un mese ha il suo significato.
Per la recensione e la critica del film vi rimando al post di Ismael (la prossima volta però prima mi guardo il film e poi leggo la recensione!), che ha egregiamente descritto nei minimi dettagli la pellicola. Lungometraggio che ha saputo, nonostante la solita tiritera bene e male, giusto o ingiusto, ordine e caos, limite e regole tra gli estremi, creare due (o tre?) ore dense di riflessioni e azione.
Personalmente sono stato colpito da come una mente geniale (malata o sana che dir si voglia) sappia, facendo leva sui giusti perni, ribaltare completamente una situazione, ma soprattutto stravolgere e indirizzare i pensieri di un uomo verso obiettivi che possono essere diametralmente opposto rispetto ai propri…e anche la rapina in banca della scena iniziale è qualcosa di strepitosamente malvagio (geniale).
Note tecniche alla visione:
- il posto 7H è il migliore, totalmente centrale e alla giusta distanza dallo schermo
- se tuo figlio è piccolo e ciccione e continua a domandarti le caramelle e l’acqua magari potresti pensare di portarlo a vedere le cronache di narnia o un concerto di ligabue che dici?
- se hai mangiato pesante e fai le moffette non guardare dall’altra parte facendo finta di cercare di capire da dove arriva la puzza…tanto si capisce che sei stata tu…

mercoledì 13 agosto 2008

A.M.A. per giocatori incalliti...

L’accettazione è a metà strada dalla guarigione…io lo sto capendo e quindi sono nella fase intermedia.
"Ciao, mi chiamo diemmeci, e ho un problema. Ormai sono poche ore che non gioco e un po’ sto male, ho qualche crisi di astinenza ma so che se mi impegno e grazie all’aiuto di tutti voi ce la posso fare. Posso vivere lo stesso anche se qualcuno ha un punteggio superiore al mio e soprattutto devo smettere se non voglio che la mia vita lavorativa e sociale ne sia compromessa. Grazie"
Sto parlando di quel dannato feisbuc…da quando ho cominciato ad accettare le sfide e gli inviti a questi giochetti infernali non sono più riuscito a fermarmi…basta! Deve essere un gioco maledizione! Capisco che sia anche agosto e lavorare con tre quarti di Italia in vacanza non sia il massimo ma non si possono perdere ore davanti allo schermo a fare conti e contare gli asteroidi (chiara e palese autocritica).
Quindi basta, giocherò ogni tanto e ricomincerò a vivere!
Su suggerimento del Paolo guardatevi alcuni video di genialoidi che hanno fatto dei super punteggi (e se io cominciassi a fare video delle mie prestazioni vi prego chiamate qualcuno per internarmi).

martedì 5 agosto 2008

Dedicato a Bulu

[fonte Wikipedia] La storia fantastica è un film fantasy diretto dal regista Rob Reiner.
Il film è diventato un vero cult anni '80.
Trama
Jimmy (Fred Savage) è ammalato e costretto a letto, un giorno il nonno (Peter Falk del tenente Colombo) durante una visita gli legge una storia. Questa storia narra le vicende di Westley (Cary Elwes) garzone e di Bottondoro (Robin Wright Penn). I due si amano di «amore vero» come spesso definito durante le vicende tanto da superare mille disavventure con la consapevolezza
di ritornare assieme. Bottondoro lascia partire Westley che va in cerca di fortuna per mare, il quale incontra il temibile pirata Roberts: dopo questo avvenimento si sparge la voce che sia morto. Bottondoro dopo una lunga resistenza accetta di maritarsi con il malvagio principe, pur non amandolo. Il principe infatti, trama contro il regno vicino e la usa come strumento per poter dichiarare guerra ai rivali. Accade però che Bottondoro viene rapita da tre improbabili briganti. Saputo questo, l'amato che nel frattempo aveva stretto amicizia con il pirata Roberts sino a vestire i suoi panni, scopre l'accaduto e corre in soccorso dell'amata. Tra molte insidie e pericoli i due innamorati riescono a ricongiungersi, Inigo Montoya, ovvero uno dei tre briganti divenuto però alleato di Westley (Mandy Patinkin) riesce a vendicare suo padre (possiamo ricordare la sua frase famosa: «Hola. Mi nombre es Inigo Montoya, tu hai ucciso mi padre...preparate a morir!.») uccidendo il Conte, il principe fallisce il proprio tentativo di sposare Bottondoro e tutti vivono felici e contenti. Anche Jimmy, all'inizio restio ad ascoltare storie di fantasia che non trattassero di sport ma di vicende romantiche da 'femminucce', si
appassiona alle storie e chiede al nonno di tornare a raccontargliene un'altra.

domenica 3 agosto 2008

QCC (quello che conta)

Stavo riflettendo sul fatto di come sia bello stare vicino a delle persone che affrontano per la prima volta qualcosa di importante e che tu hai già passato…si, parlo del matrimonio. Questa pace interiore dell’esperienza già vissuta ed assimilata ti permette di vivere con meno stress gli eventi che si susseguono in un turbinio di persone cose ed eventi inarrestabile…

A casa dello sposo tutti erano impazziti, dalle prime luci dell’alba tutta l’operosa famiglia era alle prese con i preparativi per il rinfresco pre-matrimonio. Tutti in fibrillazione soprattutto dopo che lo sposo si è presentato vistosamente stanco e con delle occhiaie da notte insonne. Scatta l’operazione “sister and friend” per rimediare all’occhio spento con dei prodotti appositi per rendere invidiabile una borsa notturna…sempre se applicato nel modo e momento corretto…infatti il povero sposo si ritrova lacrimante in bagno cercando di alleviare il dolore con dell’acqua corrente…Ma purtroppo le prove non finiscono qui…dopo essere stato oggetto dei tentativi di sistemazione delle sorelle, i parenti tutti riescono in una maniera che solo una famiglia numerosa può fare, ad agitare una persona che fino a pochi minuti prima era tranquilla e pacata come non mai…non a caso, parentesi personale, prima del mio matrimonio me ne sono stato a casa da solo senza parentado fino a quando mi è stato possibile farlo.

Tutti alla cerimonia, adesso che è agitato al punto giusto possiamo andare!

Mentre attendiamo l’arrivo della sposa c’è il rischio che, causa 500 gradi fahrenheit all’interno della vettura degli sposi, i palloncini implodano risucchiando in un vortice di calore tutto il paese…per “fortuna” la temperatura esterna si adegua a quella interna della macchina effetto serra e quindi evitiamo l’implosione ma cominciano a sciogliersi lentamente anche i nostri vestiti…

Poi per fortuna arriva la sposa, splendida nel suo meritatissimo quarto d’ora di ritardo.

La cerimonia è semplice e emozionante ed il lungo applauso dopo le promesse lascia il segno sulle guance di molti degli invitati…

Io cedo ed esco dalla chiesa, con la scusa di andare a prendere il riso che abbiamo portato in macchina, non entro più. Chiaramente trovo metà degli invitati fuori che boccheggiano allegramente, con vestiti maculati che prima non lo erano, mentre tentano di trovare ristoro in brezze d’aria che non esistono…

Gli sposi escono e, dopo un attimo di imbarazzo, incitati dai parenti e amici tutti, liberano la macchina dai palloncini esplodendoli uno ad uno, con una certa ferocia verso gli ultimi…forse per sfogare la tensione di una anno di preparativi, tanto che siamo un po’ spaventati dalla veemenza dei loro movimenti…

Finita la cerimonia tutti di corsa alle macchine e tutti ad accendere l’aria condizionata. Nel groviglio di auto che tentano una manovra, dalla più semplice alla più azzardata, riesco a centrare col povero Ivo (la mia macchina) il mercedes dello zio dello sposo…maporc…lui non riesce nemmeno a tentare una fuga perché era fermo col motore spento che attendeva lo sgroviglio della situazione…dannato punto morto dello specchietto…

Arriviamo nella location della cena (un castello d’altri tempi) e ci sediamo all’ombra di un albero a fare spola tra un prosecco magnum, acqua allo zenzero, succo di mela e champagne. Il fotografo comincia, o meglio, continua nella sua lunga e imperterrita azione di chiamare le varie famiglie per fare una foto con gli sposi…

Dopo aver soggiornato all’aperto ci rechiamo alla sala dedicata alla cena e l’aria climatizzata (settata sui 12 gradi da due giorni) mi coglie piacevolmente soddisfatto mentre mi adagio al tavolo. Comincia la decimazione del nostro tavolo…i primi cugini ci abbandonano perché richiamati al nido familiare, i secondi cugini ci lasciano dopo il secondo ed infine i terzi cugini lasciano la sala mentre io temporeggiavo in un’eterna pausa cicca. Totale: da 8 al tavolo rimaniamo in 2, per fortuna la sorella dello sposo ci allieta con moroso in assetto da festaiolo sfrenato, ottimo compare per ottenere una serata degna di nota!

L’incarico a me affidato dalla madre dello sposo fallisce miseramente dopo la prima nota. La musica di sottofondo infatti, all’inizio a volume esagerato, dopo un mio tentativo di abbassare il volume tramite le hostess, viene totalmente a mancare, ergo: no music. Per fortuna il party viene tenuto in piedi attraverso i miseri e adolescenziali tentativi di abbordaggio di una sedicenne da parte dei cugini allupati.

Terminata la cena si passa all’open bar esterno. Dopo un moijto che definire orribile è un gran complimento, mi tolgo scarpe e calze e mi getto in pista! I problemi però sono sempre in agguato…dopo aver sponsorizzato metà degli invitati con le mie sigarette (in effetti è un po’ un evento) ricordo con raccapriccio che il secondo pacchetto è rimasto in macchina (1 km di dislivello verso il basso).

Con fare disinvolto mi reco dall’autista del pullman che, in cambio di un gin tonic, si offre di accompagnarci a valle per poi portarci al castello again. Fantastico.

Riottenute le sigarette, debellate le zanzare con il gin tonic mi rifondo in pista guidato dal frontman di colore che incita i partecipanti al ballo selvaggio…

Meglio non parlare del rientro a casa…comunque il fatto che stia scrivendo è già un buon segno!!!

sabato 2 agosto 2008

Relax

Dopo lunghe ed interminabili giornate di duro e sudato lavoro finalmente questo era il weekend del relax. Nulla da fare se non mangiare, dormire, leggere il libro cominciato ormai da due mesi ed aspettare la festa di domenica.

Tutto era pronto: i vestiti leggeri e rigorosamente corti, le magliette comode e rigorosamente NON polo, le camicie rigorosamente proibite, banditi i calzini ed obbligatorio camminare scalzi ovunque. Il libro in valigia e, dulcis in fundo, il cellulare spento da accendere solo nei momenti di necessità e qualsiasi tipo di sveglia impostata sul tasto 4 del cellulare (rimuovi qualsiasi tipo di sveglia...c'è scritto proprio così sul cellulare...).

I problemi di un programma così perfetto iniziano all'1.44 di notte. Il nubifragio in atto, con possibile rovesciamento dell'albero in giardino, mi tira giù dal letto...esco ed è il pandemonio tipo armageddon: cielo nero, alberi che ondeggiano pericolosamente e ombrellone in rischio lacerazione da scuotimento contro l'albero.

Dopo aver sistemato il sistemabile torno a letto (sono le 2 e qualcosa) ma per un'ora buona non riesco a prendere sonno...c'è qualcosa che non mi convince, qualcosa che mi sono dimenticato, un dubbio mi attanaglia...cosa sarà? Cosa non ho fatto? Eppure mi ricordo che dovevo fare qualcosa...

I FINESTRINI DELLA MACCHINA!!! In mutande, senza occhiali e con il diluvio universale in atto esco a chiudere i finestrini zigzagando tra le pozzanghere per poi tornare in camera e svegliarmi un'ora dopo per mancanza di ossigeno...finestre chiuse per l'acqua e porta del corridoio sigillata. Resisterò fino a domani mattina?

Completamente sfatto mi tiro su dal letto alle 10 con le occhiaie e la maglietta completamente aderente alla mia pelle. Ma la giornata inizia adesso! Sicuramente mi potrò riposare!
Purtroppo dormendo nelle case altrui non ci si può comportare esattamente come a casa propria e, in un momento dove regna l'agitazione, mi offro volontario, sperando di placare quest'ansia che permea un po' tutti, di pulire il disastro lasciato dalla tromba d'aria della sera prima...sotto il sole cocente fino alle 13 sono alle prese con ramazza e piccole foglie incollate all'asfalto...grondante alla fine dei lavori mi fiondo in doccia, mangio da re e poi, finalmente, entro nel mio mondo. Mi estraneo dagli eventi e persone che mi circondano e dormo fino a dieci minuti fa...svegliandomi tra una scena e l'altra di almeno tre film diversi completamente svaccato sul divano...

Adesso mi sento decisamente molto meglio!!!