venerdì 29 agosto 2008

IL colloquio



Liberamente tratto da una lettera privata: un giovane ingegnere risponde ad un annuncio sul giornale e si presenta per un colloquio all’azienda CCC (la Città Che Conta)…ogni nome, cosa, luogo o persona è puramente casuale e non può essere collegato a fatti, persone, luoghi e cose realmente esistenti o accaduti. Tipo l'immagine...non c'entra nulla ma fa il suo effetto...

"Ciao amici!
Come sapete sono reduce dal colloquio alla CCC. Si, esatto, la televisione. Cosa volevano da me? In realtà non lo sapevo prima ed in realtà non lo so neanche adesso. Quello che so è che cercavano un ingegnere informatico ed ho risposto all'annuncio.
Ma adesso una breve cronistoria. Avevo appuntamento alle 14.30 con tale dott. Lup Mannar. Alle 14.25 ero in via del Quaglione 69, settantaseiesimo ed ultimo piano. Apro la porta taglia fuoco che divide il giroscala dagli uffici e, chi trovo ad attendermi? praticamente nessuno! L'unica scrivania che vedo d'avanti all'ingresso è vuota, neanche un f_o_t_t_u_t_o cartello con su scritto "Torno subito", niente. Decido di addentrarmi lungo il il corridoio e lì intravedo un omino dietro una scrivania in cristallo, seduto su una poltrona di pelle nera, probabilmente umana. Penso: "E' proprio vero, il mondo della televisione è pieno di gay!". L'omino in questione era il direttore commerciale di CCC. Era lì che splendeva nel suo vestito elegante sbriluccicante, i suoi capelli ingellati ed il suo faccino super lampadato. Mi presento e gli dico chi sto cercando. Lui con fare marcatamente effeminato mi risponde, "certo, il dott. Lup Mannar la sta aspettando, ma.... in questo momento non c'è". E dove c_a_z_z_o è? Ma soprattutto dove mi sta aspettando?
Il dott. Lup Mannar si presenta alle 14.40. Vabbè, poco male, succede sempre di aspettare un po'. Mi stringe la mano e mi invita ad accomodarmi nel suo ufficio. Entro dietro di lui (ho preferito rimanere dietro dato l'ambiente!) in una stanza grande praticamente quanto tutte le nostre case messe insieme, giardino compreso. Al centro della stanza un'unica enorme scrivania. Entrando non posso fare a meno di notare il cartellino sulla porta. dott. Lup Mannar, Presidente Generale. Il presidente generale mi vuole parlare? C_a_z_z_o, allora si fa sul serio! Stiamo per sederci tutti e due quando da una porta in fondo all'ufficio vedo spuntare una persona che poi ho riconosciuto come la sua segretaria personale. Domanda per i maschietti, secondo voi com'è la segretaria di un Presidente Generale? Ecco, lei è un c_e_s_s_o. Un ominide più largo che alto e che si crede anche figa. Quando l'ho vista ho pensato di aver fatto bene a seguirlo entrando in stanza anziché a precederlo, evidentemente anche lui era gay! I due iniziano a parlare, come se io non ci fossi. Si dicono cose a me incomprensibili, parlano di pubblicità, fasce orarie, tariffe... Ed io? Li, fermo su quella sedia che, per carità, comoda lo era, ma che palle! Non è arrivato uno "scusa un attimo che finiamo", un "mi dispiace ma è una cosa urgente", niente. Ho anche rischiato di addormentarmi.
La tipa ci ha lasciati solo alle 15.10, allora è iniziato il mio colloquio. "Francesco Petrucci!" mi chiama lui ad alta voce, "Presente!" rispondo io simpaticamente. A quel punto lui ha iniziato a leggere il mio curriculum, cosa che non aveva fatto prima. Ogni tanto leggendo pronunciava qualche parola a voce alta facendo finta di capirci qualcosa. E' successo soprattutto con quelle due o tre parole in inglese scritte nel mio CV che lui pronunciava in una lingua molto più simile al sanscrito antico che all'inglese. "Ahhhh, vedo che sei stato Socrate!". "Scusi?", rispondo io. "Si, vedo che sei andato a studiare in Francia!". "Si" rispondo io, "ho fatto il progetto Socrate(s)/Erasmus in Francia".
Alla fine della lettura finalmente la domanda. "Tu ne capisci di digitale terrestre?". "Beh, si, so cos'è, conosco la teoria perché l'ho studiata all'università ma non c'ho mai lavorato....". "Ed hai mai fatto siti web per qualcuno?". "No, mai. Veramente il lavoro consiste in.....". "Vabbè vabbè, lasciamo perdere...".
Dopo alcuni secondi di silenzio azzardo la domanda. "Scusi, ma voi che tipo di figura state cercando?". "Noi cerchiamo un programmatore!".
E CHE C_A_Z_Z_O VUOL DIRE UN PROGRAMMATORE???? IN QUALE LINGUAGGIO???? E' COME DIRE CHE CERCHI UN INTERPRETE SENZA SAPERE CHE LINGUE DEVE CONOSCERE, C_O_G_L_I_O_N_E!
Non ho osato dirglielo, ma avrei voluto. Mi sono limitato a dirgli: "Si ma, per quale linguaggio di programmazione?" e lui "Booo, per fare siti web". A quel punto ho capito che stavo parlando con un vero ed autentico C_O_G_L_I_O_N_E. "Tu non hai mai fatto siti web, vero?". "No, non c'è neanche scritto sul curriculum!" Mi sono permesso una lieve vena polemica. Giusto quel tot solo per fargli capire che, se avesse letto prima il mio CV magari adesso potevo essere altrove. Stesso discorso per l'annuncio di lavoro, che c_a_z_z_o scrivi che cerchi un ingegnere informatico se poi vuoi uno che ti faccia il sito web? O anche, se non sei in grado di occuparti della selezione, perché non lo fai fare a qualcun'altro?
Il colloquio si è concluso, esattamente dopo cinque minuti dal suo inizio con io che mi toglievo una delle mie più grandi soddisfazioni, l'ho salutato dicendogli: "evidentemente non sono quello che state cercando". C_a_z_z_o, per una volta sono io a dirlo!
Torno con le pive nel sacco amici, ma sono fiducioso, il prossimo andrà meglio."

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