mercoledì 14 settembre 2011

New sensation


Il problema è quando non riesci a descriverlo, nemmeno a te stesso, quello che ti sta succedendo.
Senti che c'è qualcosa che non va, che qualcosa ti sta sfuggendo dalle mani ma non lo sai bene.
E' come quando esci di casa di corsa e hai l'impressione di esserti dimenticato qualcosa. Sei in ritardo e non hai tempo di pensarci ma sai per certo che manca qualcosa...
La sensazione è quella, mi gira tutto un po' alla rovescia, ne va dei rapporti con chiunque (oggi a momenti tiravo sotto una vecchia sulla ciclabile) e anche con chi ti sta vicino, che vorrebbe aiutarti ma, se non lo so nemmeno io cosa mi passa per la testa, come posso farmi aiutare?
Allora si entra nel girone infernale dove tutto si ripete ciclicamente e dove ogni cosa che si fa ne innesca altre due che poi ne innescano altre dieci e, chiaramente, nessuna di queste cose serve a placare, mitigare o far scorrere la sensazione di "ma che cazzo c'è che non va?"
La tendenza è quella di rifugiarsi nel noto, a volte anche nel doloroso noto, che piuttosto di far qualcosa di diverso ci si ammazza di quotidianità.
Qui sta la gabola. Qui sta la consapevolezza. Allora, già accorgersene è stato un bel passo, adesso ci si deve addentrare e capire l'origine di tutto questo per estirpare alla base questa pianta matta e carnivora del mio spirito.
Cos'è stato che mi ha dato un biglietto omaggio per l'incazzatura molesta? Chi? Cosa?
Perchè ho accettato senza batter ciglio?
Adesso che lo vedo però nasce in me la speranza che qualcosa di buono ci sia, che qualcosa in questo meccanismo antichissimo si possa cambiare, che ci sia speranza.
Forse ci posso riuscire, ce la posso fare, posso riuscire a ricordarmi di pettinarmi la mattina.

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